Sottolineature pescate qua e la quando capita

lunedì 19 aprile 2010

Birdland - Weather Report & Manhattan Transfer

Una prima variante divenuta nota ai più è la versione cantata dei
Manhattan Transfert, una decina d'anni dopo il gruppo originario dei
WR. È già auto celebrazione e si sente.

http://www.youtube.com/watch?v=oHD4Lxbq9Mo&feature=youtube_gdata

Jaco Pastorius-Weather Report- Birdland-live 1978- Germany

Ovviamente questo è il pezzo più famoso dei WR. Tanto da diventare
uno dei brani più importanti della musica contemporanea e sicuramente
del Jazz, tanto da essere scelto come riferimento da uno dei padri più
longevi e determinanti come Quincy Jones.

http://www.youtube.com/watch?v=nQDfMqLlFPU&feature=youtube_gdata

domenica 18 aprile 2010

Weather Report - Black Market

Sicuramente il primo grande successo dei Weater Report

http://www.youtube.com/watch?v=AuAMSE_xck4&feature=youtube_gdata

Weather Report - Teen Town

Sono stati i non plus ultra. Di tutti i tanti concerti che ho visto
nella mia vita nessuno come quello di questa tournée tenuto a Mestre
è stato pari quanto ad estasi e bravura. Ho visto altre formazioni di
Zawinul e Shorter, i Weater Report, ma nessuna è stata all'altezza di
questa con la fulgida cometa di Jaco Pastorius. Una sezione ritmica
all'unisono millimetrico con un Eskirne che era un treno di piatti e
rullanti e persino i tasti di Zawinul e di Shorter erano ritmica ad
una velocità, precisione e qualità sonora (ricordo che erano gli anni
'70 e l'elettronica era iniziata da qualche anno appena) mai ripetuti
in tutti questi decenni. Questa è Tin Town, il top del virtuosismo.
Fra poco aggiungerò qualcosa di molto più noto anche ai meno
appassionati

http://www.youtube.com/watch?v=I63bOi477cA&feature=youtube_gdata

sabato 17 aprile 2010

Martedì esce "Il Post" di Sofri

http://www.wittgenstein.it/2010/04/16/post-moderno/

Maxi-rissa tv tra esponenti Pdl

sabato, 17 aprile 2010 11:54
Maxi-rissa tv tra esponenti Pdl

«Gli italiani che hanno seguito ieri sera la trasmissione di Gianluigi Paragone, 'L'ultima Parola', su Raidue, ne saranno rimasti schifati. Lo spettacolo indegno che ha visto protagonisti una serie di esponenti del Pdl di vecchio e nuovo conio è stato davvero eloquente e credo che il presidente del Consiglio farebbe bene a prenderne visione. Tra Urso e Bocchino da una parte, Lupi e Santanchè dall'altra, se ne sono date di santa ragione». Tocca al blog di Francesco Storace, segretario de La Destra e alleato Pdl, dare il quadro della rissa tv tra esponenti Pdl andata in onda venerdì sera.

«Abbiamo persino assistito all'esilarante 'fascista' e 'squadrista' gettato in faccia da Italo Bocchino (ex An) a Maurizio Lupi. È una crisi irreversibile. Quando i panni sporchi vengono sventolati in quella maniera in pubblico non c'è pace che tenga. Traspariva odio e questo non va bene – continua Storace - Noi non facciamo parte del Pdl; ci siamo alleati con questa importante forza politica alle elezioni regionali, siamo italiani e abbiamo diritto di preoccuparci per chi rappresenta la Nazione. Il Pdl, stando alle immagini trasmesse dalla Rai ieri sera, sembra odiarsi al proprio interno ed è un segnale pessimo per chi inneggia al partito dell'amore. Non è ironia la nostra, ma amara constatazione di uno stato di fatto che fa male anche a noi, che questo Paese lo amiamo davvero e non vogliamo vederlo precipitare a sinistra di qui a qualche tempo. Sembrava un episodio minore quello successo a Latina, dove una faida interna ha portato alla cacciata del sindaco nella città dove il Pdl miete più consensi. Invece no, la spaccatura pare molto più profonda».

«Ma così non si va da nessuna parte. Credo che siano vani gli appelli del presidente Berlusconi. Alla direzione di giovedì prossimo - se a questo punto sarà confermata... - Fini potrà solo fingere la pace. Ma il clima, ormai, è quello e se ne deve prendere atto. Meglio, molto meglio staccare la spina. A che serve, a chi serve continuare così, se ascoltando gli esponenti finiani in tv sembrava di ascoltare l'opposizione travagliesca e dipietrista? Berlusconi non indugi più: se vogliono la scissione, questa è già programmata per farla esplodere col massimo di potenzialità e fare più danno possibile. Non vale la pena di rincorrerli: si aggiunge danno a danno. Il Paese ha bisogno di una maggioranza non litigiosa e quanto abbiamo visto è orribile».



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Nasce il Post, il giornale on line diretto da Luca Sofri

venerdì, 16 aprile 2010 16:58
Nasce il Post, il giornale on line diretto da Luca Sofri
di Cinzia Zambrano

Tutto è pronto, o quasi se si considera l'ultima passata di vernice negli uffici. Pittura a parte, la squadra è pronta e le connessioni funzionanti: martedì debutterà nel mondo virtuale il Post, nuova creatura del giornalismo on line diretta da Luca Sofri.

«Il progetto viene da lontano -ci spiega il direttore- Da lunghe conversazioni con Giovanni De Mauro, complice di questa avventura anche se non partecipe attivo. L'idea era quella di allargare i risultati ottenuti con il blog Wittgenstein.it  (che conta 10mila visitatori unici al giorno), un capitale interessante da non disperdere». Da qui il via alla ricerca di soci, contatti per dar corpo al progetto, annunci per mettere su la redazione del Post, nome evocativo per chi conosce la rete: è il termine con cui i blogger definiscono infatti i loro articoli.

«Sarà un aggregatore, nel senso che noi non produrremo notizie ma le racconteremo. Competeremo con i giornali nazionali puntando su qualità e velocità, i nostri punti di forza». L'idea è quella di rifarsi a siti con contenuti originali come Huffington Post, Daily Beast e Slate. La testata offrirà un'area news con una selezione di fatti ed eventi di respiro nazionale e internazionale. Lo spazio per i blog fornirà invece opinioni e spunti per l'approfondimento sull'attualità. La gerarchia delle notizie? «Ci occuperemo di tutto, anche di politica certo, ma, per dirne una, eviteremo di raccontare quotidianamente lo stillicidio di battute tra Fini e Berlusconi. L'obiettivo è puntare sulla qualità, sulle idee».

La redazione è a Milano e ci lavoreranno in cinque, rintracciati attraverso la Rete. «Al mio annuncio postato sul blog hanno risposto in 350. E' stata un'esperienza molto bella parlare con loro, al di là di chi poi è stato scelto, tutti ragazzi giovani, motivati, in gamba».

Cinque sono anche i soci, tra cui Banzai, terzo operatore italiano nell'ambito media internet. La raccolta pubblicitaria sarà la principale risorsa per finanziare la società che amministra il Post. Molti e a tutto tondo blogger-collaboratori del Post, da Flavia Perina ad Andrea Romano, da Giuseppe Civati a Paolo Virzì, Marino Sinibaldi, Riccardo Luna, Giovanni De Mauro e Filippo Facci.
«Contributi diversi ma accomunati da un unico auspicio -dice Sofri- : migliorare la qualità dell'informazione in Italia». 



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mercoledì 7 aprile 2010

Erdogan: «Israele minaccia la pace in Medio Oriente»

Erdogan: «Israele minaccia la pace in Medio Oriente»

Israele è al momento "una della principali minacce per la pace regionale in Medio Oriente". Lo ha affermato il premier turco, Recep Tayyip Erdogan, in visita di stato a Parigi. "Se un paese usa una forza sproporzionata in Palestina a Gaza, proiettili al forforo, non gli diciamo certo 'bravo'" ha aggiunto il primo ministro riferendosi all'offensiva del gennaio 2009 a Gaza.

La Turchia, dopo aver giocato il ruolo di mediatore tra lo stato ebraico e la Siria nel 2008, vive un momento di forte tensioni delle relazioni con Tel Aviv.
Il primo ministro turco Erdogan si è fermato a parlare con alcuni giornalisti prima di recarsi ad un pranzo di lavoro con il presidente Nicolas Sarkozy. «Se un paese - ha detto - fa uso di una forza sproporzionata in Palestina, a Gaza, utilizzando delle bombe al fosforo non gli andiamo certo a dire che è stato bravo. Gli chiediamo invece come mai ha agito in questo modo». «Un attentato ha fatto 1.500 morti e le ragioni invocate erano menzogne», ha continuato Erdogan, riferendosi all'operazione Piombo Fuso compiuta da Israele a Gaza tra il 27 dicembre 2008 al 18 gennaio 2009.

«Goldstone è ebreo ed il suo rapporto è chiaro», ha continuato il premier turco, parlando del rapporto che l'ONU ha chiesto al giudice sud-africano Richard Goldstone, il quale ha accusato Israele, ma anche alcuni gruppi palestinesi, di aver commesso dei crimini di guerra durante l'operazione Piombo fuso dell'esercito israeliano a Gaza. «Non è perchè siamo musulmani che abbiamo questo atteggiamento - ha continuato Erdogan - Il nostro è un atteggiamento umanitario».

Il premier ha quindi confermato la sua ostilità alla ipotesi di sanzioni internazionali contro l'Iran. Inoltre, parlando della capacità nucleare di Israele (mai ufficialmente riconosciuta dallo stato ebraico), Erdogan ha sottolineato che la non adesione di Tel Aviv al trattato di non proliferazione non dovrebbe esentarlo dal render conto alla comunità internazionale: «È una situazione logica che il non far parte del Tnp permetta di fare tutti i giorni quello che si vuole?».



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Ahmadinejad attacca Obama: "Sul nucleare avrà risposta fragorosa"

Non ne avevamo già abbastanza di problemi per tirare nuovamente in ballo il nucleare?
mercoledì, 7 aprile 2010 11:44
Ahmadinejad attacca Obama: "Sul nucleare avrà risposta fragorosa"

Il presidente iraniano Mahmud Ahmadinejad ha avvertito il presidente americano Barack Obama, con un messaggio alla tv pubblica iraniana, che avrà una «risposta fragorosa». Ieri Obama, rendendo nota la nuova strategia americana sulle armi nucleari, non aveva escluso la possibilità di utilizzare l'arma atomica contro l'Iran.

«Spero che le dichiarazioni pubblicate non siano vere» ha detto il presidente Ahmadinejad durante un discorso tenuto nel nord-ovest del paese trasmesso in diretta dalla tv pubblica iraniana. «Egli - ha continuato il presidente iraniano riferendosi al presidente Obama - ha minacciato che farà ricorso alle armi nucleari e chimiche contro i paesi che non si sottomettono agli Stati Uniti». «Fai attenzione - ha concluso Ahmadinejad rivolgendosi direttamente a Obama - Se ti metti sul piano di (George W.) Bush, la risposta delle nazioni sarà altrettanto fragorosa di quella data a Bush».



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